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Correlazioni in Medicina



Aggiornamento delle linee guida sull’ angina instabile / infarto miocardico senza sopraslivellamento ST


L’American College of Cardiology ( ACC ) e l’American Heart Association ( AHA ) hanno aggiornato le linee guida sull’angina instabile e sull’infarto miocardico senza sopraslivellamento ST ( NSTEMI ) .

L’angina instabile e l’infarto miocardico senza sopraslivellamento ST presentano una base comune , anche se l’infarto miocardico NSTEMI produce un danno permanente. Da studi angiografici ed angioscopici è emerso che l’angina instabile e NSTEMI spesso sono il risultato della rottura di una placca aterosclerotica, che da avvio ad una cascata di eventi con conseguente riduzione del flusso coronarico.
L’incidenza di mortalità per queste due forme di sindrome coronarica acuta è del 5% a 3 mesi.

Rispetto alle precedenti linee guida viene ad essere limitato l’uso degli inibitori del recettore delle glicoproteine IIb/IIIa ( Eptifibatide , Tirofiban ).
L’Abciximab trova ancora indicazione ma solo quando l’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) è programmato entro 24 ore.

Viene invece ampliato l’impiego del Clopidogrel.
Anche se l’Acido Acetilsalicilico ( ASA ) rimane il farmaco di scelta , il Clopidogrel trova indicazione nei casi d’ipersensibilità o intolleranza gastrointestinale all’ASA .
Inoltre sulla base dei risultati dello studio CURE , è raccomandato l’impiego del Clopidogrel in aggiunta all’ASA nei pazienti con angina instabile e NSTEMI Qualora risulti indicato l’intervento percutaneo di rivascolarizzazione coronarica viene raccomandata la somministrazione del Clopidogrel in associazione con ASA per almeno 1 mese e poi, tenendo conto del rischio emorragico del paziente, fino a 9 mesi.

Le nuove linee guida consigliano la cateterizzazione cardiaca nell’ identificazione dei pazienti a rischio che potrebbero beneficiare degli interventi coronarici percutanei o del by-pass.

Le statine sono utili nel ridurre il rischio dei pazienti con alti livelli di colesterolo LDL.


Carlo Franzini

Xagena2002

Fonte : American College of Cardiology & American Heart Association

Per maggiori informazioni consultare il sito :
CardiologiaOnline.net


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